Studia il pianoforte e la composizione con Enrico De Angelis Valentini, la direzione d’orchestra con Franco Ferrara e Zoltan Pesko.
Fondamentali per la sua formazione sono state le frequentazioni di Luigi Dallapiccola, Bruno Maderna, Hermann Scherchen e Gillo Dorfles, suo professore di estetica all’Università di Trieste.
La sua attività concertistica, sia come pianista che come direttore d'orchestra, è intensissima. Per quasi trent’anni si è occupato del disprezzato repertorio della romanza da camera italiana, ed ha raccolto un archivio contenente circa 20.000 brani vocali.
Dopo aver iniziato la sua attività come direttore di opere liriche, si è dedicato alla musica per film collaborando, nelle due vesti di compositore e direttore d’orchestra, con prestigiosi cineasti fra cui Pietro Germi, Billy Wilder, Renato Castellani, Franco Rosi, Elio Petri, Mario Monicelli, Luigi Comencini, Dino Risi, Ettore Scola, Ermanno Olmi e Federico Fellini - per cui ha composto le musiche per il film “E la nave va”.
È stato direttore artistico del festival di musica contemporanea “Incontri Musicali Romani”.
Nel 1985 gli è stato attribuito il premio SIAE - Anno internazionale della musica. Nel 2004 il ‘Premio nazionale artisti dello spettacolo’.
Una parte della vita di Gianfranco Plenizio è stata dedicata ai sigari, di cui era espertissimo conoscitore e cultore. Ha scritto articoli e libri su questo tema
Oltre che di musica, Gianfranco è stato un raffinatissimo scrittore di racconti e novelle. Spesso dedicati a ricordi vissuti in prima o in terza persona, ambientati nella sua terra d'origine, il Friuli, hanno deliziato un largo pubblico di suoi lettori.
Nei tardi anni '90 aveva partecipato alla scritture di musiche per opere interattive (Ipermappa / Editore Laterza, Bari). Più recentemente, e fino alla sua morte, si era coinvolto in un progetto lirico-narrativo per la valorizzazione dei beni culturali e artistici, denominato "Verba" (Mondadori Electa, Milano), basato su smartphone e su cloud digitali.
Federico Fellini: «In "E la nave va" io ho espresso, più o meno sinceramente, più o meno artificiosamente [...] il senso di smarrimento che c’invade. Il timore del peggio è uno stato d’animo o un presentimento con il quale conviviamo da lungo tempo e che non sembra destinato ad abbandonarci. [...] l’unico tentativo per evitare il disastro, per non precipitare nella catastrofe, potrebbe essere quello diretto a recuperare la parte inconscia, profonda, salutare di noi stessi. »
Gianfranco Plenizio:«Nel 1983 ebbi l’occasione di collaborare con Federico Fellini per le musiche di ‘E la nave va...’. Il film era incentrato sul melodramma e nel commento c’erano molte citazioni o adattamenti di brani lirici e di altri fra i più famosi del repertorio classico. Uno di questi ultimi era il Clair de Lune tratto dalla ‘Suite bergamasque’ di Debussy. In una sequenza si poteva vedere un direttore d’orchestra accennarlo al pianoforte, stimolando la reazione di una celebre primadonna che si avvicinava allo strumento e cantava vocalizzando alcune frasi del tema. Il brano continuava poi, col solo pianoforte, come sottofondo a una serie di scene che si svolgevano all’aperto sul ponte della nave. Fellini mi aveva fatto tagliare le parti del pezzo che gli sembravano più ‘agitate’ assemblando quelle più consone alla conduzione della sequenza. Debussy non sarebbe stato contento, ma il volume era molto basso e quello che si coglieva sotto i dialoghi e gli effetti era non tanto un discorso musicale quanto una atmosfera languorosa e sognante.».
Antonietta De Lillo: «Con tutte le peculiarità del cinema di finzione ho realizzato il mio primo ritratto a un personaggio immaginario nato, dalla penna di uno scrittore. Quello che mi aveva colpito della lezione del Signor Rotpeter era la sua ricerca disperata di una “via d’uscita”. È da lì che, insieme a Marcello Garofalo, ho iniziato ad immaginare un Rotpeter ormai integrato, la cui via d’uscita non gli ha portato la libertà ma semplicemente un modo per andare avanti. Rotpeter è un essere vivente che, parlando di se stesso, parla della nostra condizione umana. »
Per il suo Il signor Rotpeter, tratto dal racconto di Kafka e napoletanizzato (presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2017, fuori concorso) Antonietta De Lillo si avvale delle musiche dello scomparso Gianfranco Plenizio.
Gastone Moschin: « Cos’è la zingarata? Un’auto, e noi sopra. Monicelli accendeva la musica e dava il ciak. Improvvisazione, anche. Ma soprattutto è la fine dell’inizio, quando annoiati ci fermiamo alla giostra, sui cavallini, col pensiero che è notte fonda e che dobbiamo tornare alla vita reale. Non azzardo se dico che Amici Miei è stato molto più documentario che film. E le zingarate probabilmente esisterebbero ancora se il tempo non ci avesse cambiato. Oggi apriamo la finestra e l’Italia, il mondo, non ci permettono nessuna zingarata, nessuno spiazzo di allegria. Non è più possibile, come invece avveniva in quel film, abbandonare per una attimo la quotidianità. Gli anni Sessanta e Settanta erano fatti di speranze. Il cinema era un’industria in movimento, si lavorava nelle co-produzioni. Io all’epoca giravo un giorno in Italia, il giorno dopo in Jugoslavia e quell’altro ancora in Francia. [...] Il mio incubo l’ho vissuto sul set del secondo episodio di quella che è stata la trilogia. Partecipo alla processione, porto la croce in spalla e vengo crocifisso. Monicelli decise che la croce doveva spezzarsi e cadere. Non c’era una controfigura, ero io. E mentre stavo lassù, oltre alla paura di farmi male, nonostante cadessi su fango morbido, il terreno pulito, temevo che mi lasciassero lì nella melma. Un senso di impotenza. Non accadde, ma ci avrebbero messo un attimo a dire, ok ragazzi, la scena va bene, ci vediamo domani alle dieci sul set, ciao. ».
Gianfranco Plenizio: «
Piuttosto si può dire che, al di là delle influenze e degli scambi in molti casi evidenti,
un elemento ha segnato la produzione degli italiani: una conoscenza della vocalità che ha scarsi
riscontri anche negli altri grandi paesi della musica. E non sorprende, se si pensa che buona parte
degli autori di romanze erano proprio direttori d’orchestra (e quindi quotidianamente a contatto con i cantanti)
o direttamente insegnanti di canto. E spesso ex cantanti essi stessi. Ma se per questi ultimi sono facilmente
motivabili scopi didattici, oltre che artistici, ci si può chiedere che cosa spingesse direttori famosi in tutto
il mondo come Arditi, Mattei, Mugnone e Toscanini - e molti altri - a scrivere per il salotto.».
Sogno Malese
Su l'incantato mare di Giava
A bordo a un legno ti rapirò:
A' miei ginocchi come una Schiava
Muta e tremante mirarti io vo'.
Una diffusa selva d' antenne
Nel caldo occaso s'intaglierà,
E tra 'l silenzio chiaro e solenne,
Rullando, il legno ci cullerà.
Ma dalla riva d'oro squittendo
Gli uccelli azzurri t' inviteran,
E i fiori, l'urne purpuree aprendo,
Sottili aromi nell'aria dan.
Ma sol la bocca del tuo signore
I tuoi capelli respirerà;
Sol tra' miei baci, nel dì che muore,
Cadrai svenuta di voluttà.
Tulliola
«Lei era: ― bellissima!
Quando i frati di Santa Maria Nova ruppero la piombatura che ne stagnava il sarcofago e sollevarono il coperchio,
fra una nuvola di vapori, di profumi, di essenze e di aromi ― apparve lei.
Bellissima. Principesca.
I capelli biondi annodati in treccine e fermati da un diadema d’oro, a corona sulla fronte.
I nobili lineamenti intatti, come se fosse morta ieri.
La lingua che affiorava fra le sue labbra semi-dischiuse,
quasi che stesse aspettando l’ultimo bacio di addio del suo promesso sposo...»
VERBA “localizza” i racconti là dove servono. Il visitatore, che ha scaricato l’App sul suo smartphone,
invia costantemente la propria posizione a VERBA che seleziona ― fra i racconti che conserva ― quelli riguardanti
ciò che sta guardando in quel momento, e glieli inoltra. Raccontandogli emozionalmente quello che sta vedendo e quello
che avrebbe potuto vedere nel corso dei secoli dal suo stesso punto.
Ma VERBA consente anche ai visitatori di lasciare le proprie storie, i propri racconti, le proprie emozioni. A voce.
I visitatori diventano quindi fornitori di contenuti, privati o pubblici, partecipando ad una sorta di “social network”
basato sulla antica strada romana.
In questa sezione trovate una piccola rassegna di immagini, di interviste, di backstage e di produzioni multimediali nelle quali
Gianfranco è presente e ha immesso il suo straordinario talento artistico.
Ecco alcune interviste e backstage in cui il Maestro Plenizio recconta approfonditamente le attività in cui è coinvolto.
I filmati sono presenti su Youtube e sono qui raccolti per facilitarne la fruizione.
L'ultimo filmato contiene invece il video
della serata celebrativa di Gianfranco ad un mese dalla sua morte, presso l'Accademia Filarmonica Romana.
Nella sede dell'Accademia Filarmonica Romana, Gianfranco ha tenuto varie serate sulle Romanza da Camera Italiana basate sulle migliaia di spartiti che per anni ha ricercato e custodito gelosamente, eseguendole privatamente quasi tutte. Ed annotandone con cura pregi, difetti e particolarità. Alcune, più significative, le ha presentate così, insieme al soprano Bruna Tredicine, in una memorabile serata.
Era il 7 luglio 2010.
Gianfranco — come detto — si è dedicato per anni alla raccolta di romanze da camera italiane e straniere, creando un archivio di oltre 20.000 titoli
oggi in via di risistemazione presso la fondazione del
Dizionario della Musica Italiana di Latina.
In questo video Gianfranco parla proprio di tutta questa attività certosina di recupero delle romanze e del valore del suo archivio, ricordiamolo: unico al mondo.
CATANIA, facoltà di lettere, 28/10/2009, al coro di notte del Monastero dei Benedettini, si è svolta la conferenza-concerto Lascia ch'io t'ami.., per ricordare il compositore Catanese Francesco Paolo Frontini
Conferenza Catania: 1È stato direttore artistico del festival di musica contemporanea “Incontri Musicali Romani”.
Intervista su Bizzarrie MusicaliGianfranco partecipa ad Hollywood Party per presentare il suo libro Bizzarrie Musicali. E' la puntata del 13 ottobre 2014.
La riportiamo qui completamente.
Il secondo audio si riferisce sempre alla stessa trasmissione, ma alla puntata proprio del 7 febbraio 2017 che contiene un ricordo
del Maestro Plenizio.
L'ultimo progetto a cui si è dedicato Gianfranco Plenizio è quello di "Verba". Nato quasi per gioco, è poi cresciuto molto rapidamente perchè univa la sua enorme competenze lirica con racconti particolarmente studiati per narrare storie in grado di esaltare il pubblico internazionale sui beni archeologici.
Ecco il resoconto filmato della serata tenutase presso l'Accademia Filarmonica Romana nella quale amici, conoscenti ed estimatori di Gianfranco gli hanno reso omaggio ad un mese dalla sua scomparsa.
Serata in ricordo di GianfrancoRadio X di Cagliari ha dedicato due puntate della sua rubrica "Cinematica", di circa un'ora l'una, a Gianfranco.
Le riportiamo qui,
ma possono essere ascoltate direttamente dal sito della emittente, cliccando sopra il titolo del player.
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