Gianfranco Plenizio ha scritto di musica, di sigari e notveoli racconti e romanzi.
Qui di seguito una breve rassegna delle pubblicazioni di varia natura che Gianfranco ha firmato.
Nell'ultima parte della sua vita, Gianfranco si è focalizzato maggiormente sulla pubblicazione di
libri ed articoli di varia natura, non essendo più sotto la costante pressione degli impegni lavorativi.
Ha pubblicato in tutto sette libri, lasciandone alcuni incompiuti.
I sette libri li trovate qui sotto, in ordine cronologico di pubblicazione, con la possibilità di acquistarli on-line cliccando sopra le
immagini di copertina.
Riportiamo il commento sul libro di un lettore:
«Un libro dedicato ai neofiti fumatori di avana (i sigari cubani). Scritto per imparare a riconoscerli, a capirli e ad amarli.
Un testo a volte anche “tecnico”, ma sempre piacevole ed accattivante, intervallato da racconti ed aneddoti simpaticissimi,
in grado di tenere sempre alta l’attenzione. Alla fine del libro ci accorgeremo di aver accresciuto il nostro bagaglio culturale
ed anche filosofico attraverso argomenti che all’apparenza poco hanno a che fare con la filosofia.
Il libro sui puros (come dicono a Cuba), da non far mancare nella vostra libreria.»
Una serie di dialoghi veri e immaginari per parlare del puro habano con i grandi personaggi della storia del sigaro. In modo brillante e scanzonato, l’Autore racconta cambiamenti, polemiche e curiosità sulla produzione degli avana, esprimendo le sue perplessità da vero intenditore. Ernest Hemingway, Zino Davidoff, Groucho Marx, Angelo Bigi, Jean Nicot, George Sand e re Edoardo VII d’Inghilterra chiacchierano di gusti e mercati, di Cuba e delle sue trasformazioni sociali e politiche, di fumo e salute, di sigari e donne. Ognuno con le proprie idee e il proprio stile.
Questo volume sottolinea gli aspetti definiti "artigianali" della composizione di musica per film. L'autore è un pianista e compositore. Pertanto, affianca ad un'attenta analisi delle questioni teoriche relative al rapporto tra musica ed immagine, un'utile rassegna delle tecniche e delle condizioni del "fare" musica per il cinema. Il libro alterna aspetti didattici e narrazione di aneddoti e di episodi curiosi, vissuti in prima persona dall'autore, riguardanti i registi italiani più famosi da Germi a Fellini fino ad oggi.
La musica di Napoli e la storia di una tradizione ripercorsa attraverso le più suggestive melodie di tutti i tempi. Sono tante le canzoni napoletane che hanno oltrepassato i confini della propria città per imporsi nell'immaginario musicale di tutto il mondo. Le più famose hanno animato passioni e sogni di tanta gente e ancora oggi si sente in qualche lontano paese intonare le trascinanti note di "O surdato nnammurato" e di "Funiculì Funiculà". Eppure lo scenario musicale napoletano è stato esplorato in modo episodico: da un lato gli studi sull'opera, seria e buffa, dall'altro le storie della canzone che puntano la loro attenzione soprattutto sugli ultimi decenni del secolo. Ma è soprattutto nel ritmo, nelle parole, in tutto il linguaggio musicale di questi importanti testi, che l'autore con puntuale attenzione e precisione esamina, che si scopre la tradizione di una Napoli che continua ad esercitare un fascino non indifferente per lo scenario musicale odierno.
Come in tutte le arti, anche nella musica, accanto a momenti sentimentali e drammatici vi sono tratti di giovialità e di allegria.
Inoltre spesso accadono avvenimenti imprevedibili che possono suscitare sconcerto o una franca risata. Per incidenti tecnici o per scherzi degli stessi interpreti.
Per di più l’autore ha alle spalle una lunga carriera come direttore d’orchestra e parecchi di questi accidenti li ha vissuti in prima persona.
Le tirannie dei direttori, gli sfracelli provocati dagli animali in scena. Le liti fra ‘primedonne’, i capricci delle stesse e il loro coinvolgimento negli intrighi amorosi.
L’autore adopera ovviamente un tono leggero, ma inserisce anche particolari tecnici in modo comprensibile a tutti. Con la speranza di incuriosire e interessare il lettore,
dandogli altri elementi di conoscenza di questa grande arte.
«Un celebre pianista aveva lasciato una ventina di quaderni in cui aveva appuntato memorie della sua vita e della sua carriera. Ovviamente in modo disordinato seguendo il flusso dei ricordi. Un comune amico mi ha ‘incaricato’ di ricompattarli e di ‘tradurre’ in linguaggio comprensibile i molti frammenti riguardanti la musica che erano scritti in tono strettamente tecnico e spesso in lingue straniere. Ciò che mi ha colpito - oltre alla sincerità nella narrazione delle sue esperienze anche intime e al grande magistero artistico - è stata la relazione discussa e ‘cercata’ fra musica e erotismo. Un’angolazione prospettica inconsueta e decisamente interessante. Il risultato probabilmente non è consigliabile ai ragazzini. Ma non c’è nessun compiacimento. L’autore parla con sé stesso. Proprio per questo il livello letterario non contempla artifici e la narrazione è ‘diretta’ ma non priva di momenti emozionanti. Insomma una ‘confessione’ umanamente di grande interesse.».
Philo raccoglie storie, presenti nella memoria dell'autore, che riguardano il piccolo paese del Friuli in cui e cresciuto. L'epoca va dal 1860 circa a cent'anni dopo. E un Friuli ormai scomparso, ricordato con tenerezza e sorriso. Conoscerlo vorra dire rivedere, dalla parte degli umili, lo sviluppo di un secolo di storia e comprendere le radici di una cultura ormai significativamente diversa.
Riportiamo qui alcune delle edizioni di partiture musicali. Gianfranco Plenizio ha pubblicato quasi tutto per Pizzicato Edizioni, tranne una canzone, Beyond the Skies, scritta per L´Isola del Tesoro (regia di Antonio MArgheriti) cantata da Irene Oliver che è stata pubblicata dalle Edizioni Nuova Fonit Cetra.
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«Ad ispirare Plenizio è il tema del vino, un leit-motiv che nelle Cjantis dal vin è considerato un prelibato succo, quasi un rituale su cui riflettere circa l'esistenza. Il compositore afferma di aver "musicato perchè mi avevano colpito i testi, e li ritenevo ben riusciti. Accanto a pezzi di notevole impegno, ci sono cose più esili, cosicché il linguaggio musicale risulta molto vario". »
«Su testi di poeti friulani »
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